Giornata del Fondo Nazionale per la Difesa
15 marzo, sabato

Origini e contesto storico
La festività nacque in un contesto di crescente militarizzazione e nazionalismo, tipico dell’Italia fascista. Il regime di Benito Mussolini cercava di rafforzare l’identità nazionale e il consenso popolare attraverso iniziative che coinvolgessero direttamente la popolazione. Il Fondo Nazionale per la Difesa fu istituito per raccogliere donazioni da parte di privati cittadini, enti pubblici e imprese, con lo scopo di sostenere le forze armate italiane e promuovere l’orgoglio nazionale.
Modalità di celebrazione
Durante la Giornata del Fondo Nazionale per la Difesa, venivano organizzate cerimonie pubbliche, parate militari, raccolte fondi e manifestazioni patriottiche. Le scuole, le associazioni e le organizzazioni giovanili fasciste partecipavano attivamente all’evento, contribuendo a diffondere l’ideologia del regime. I cittadini erano incoraggiati a fare donazioni in denaro o in beni, spesso ricevendo in cambio distintivi o attestati simbolici di partecipazione.
Significato simbolico
Oltre all’aspetto economico, la giornata aveva un forte valore simbolico. Serviva a rafforzare il legame tra lo Stato e i cittadini, presentando la difesa nazionale come una responsabilità collettiva. Il contributo al fondo era visto come un atto di devozione alla patria e un segno di lealtà al regime fascista.
Declino e abolizione
Con la caduta del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale, la Giornata del Fondo Nazionale per la Difesa perse progressivamente significato. Dopo la proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946, la festività fu definitivamente abolita, insieme ad altre celebrazioni legate al regime fascista. Tuttavia, essa rimane un esempio significativo di come il potere politico possa utilizzare le festività per rafforzare l’identità nazionale e promuovere ideologie specifiche.
Eredità storica
Oggi, la Giornata del Fondo Nazionale per la Difesa è ricordata principalmente dagli storici come parte della propaganda fascista e come strumento di mobilitazione sociale. La sua esistenza testimonia il ruolo centrale che la retorica della difesa e del sacrificio patriottico ebbe nella costruzione del consenso durante il ventennio fascista.