Samiljeol
1 marzo, sabato
 
Contesto storico
Durante l’occupazione giapponese della Corea (1910–1945), il popolo coreano fu sottoposto a dure repressioni culturali, politiche ed economiche. L’ispirazione per il Movimento del 1º marzo venne dalla morte dell’ex imperatore Gojong e dalla diffusione dei principi di autodeterminazione promossi dal presidente statunitense Woodrow Wilson dopo la Prima Guerra Mondiale. Il 1º marzo 1919, trentatré leader religiosi e intellettuali coreani firmarono e proclamarono la Dichiarazione d’Indipendenza, dando inizio a una serie di proteste pacifiche in tutto il paese.
Il movimento del 1º marzo
Le manifestazioni si diffusero rapidamente in tutta la penisola coreana, coinvolgendo oltre due milioni di persone in più di 1.500 proteste. Nonostante il carattere pacifico del movimento, la risposta delle autorità giapponesi fu violenta: migliaia di coreani furono arrestati, feriti o uccisi. Il movimento, pur non ottenendo l’indipendenza immediata, rafforzò il sentimento nazionale e portò alla nascita del Governo Provvisorio della Repubblica di Corea a Shanghai.
Commemorazioni moderne
Oggi, il Samiljeol è una delle principali festività patriottiche della Corea del Sud. Il governo organizza cerimonie ufficiali, tra cui una commemorazione nazionale che si tiene ogni anno presso il Parco della Libertà a Seodaemun, Seoul, dove si trova anche il Museo della Storia dell’Indipendenza. Durante la giornata, le bandiere nazionali vengono esposte pubblicamente e i cittadini ricordano il sacrificio dei patrioti che lottarono per la libertà del paese.
Significato culturale
Il Samiljeol rappresenta un momento di riflessione sull’identità nazionale coreana e sulla lotta per la sovranità. È anche un’occasione per educare le nuove generazioni sulla storia moderna della Corea e sull’importanza dei diritti civili e della resistenza non violenta. La festività è un simbolo della resilienza del popolo coreano e della sua determinazione a preservare la propria cultura e indipendenza.